Vivendo la campagna elettorale forex
con cuore e occhi “australiani”
ho, nei giorni scorsi, pubblicamente manifestato il mio apprezzamento per
Oscar Giannino e per il programma di “Fare per fermare il declino”. Un paio di
giorni dopo il mio personalissimo “endorsement” e’ successo il pasticcio che
tutti conoscono e Giannino ha rassegnato le proprie irrevocabili dimissioni dal
ruolo di presidente del suo movimento per aver, sostanzialmente, millantato
titoli di studio che non possiede.
Non ha potuto, perche’ non e’ tecnicamente possible,
annullare la propria candidatura, ma ha dichiarato che, in caso di elezione, il
suo scranno sara’ messo a disposizione del partito, che decidera’ se
lasciarglielo o darlo ad altri.
Credo abbia fatto bene e mi auguro che la coerenza di Oscar
sia confermata anche in caso di successo elettorale. “Chi sbaglia paga”, ha detto
il giornalista, ammettendo in toto uno sbaglio tanto veniale quanto, proprio
per questo, imperdonabile.
Mi pare che la scelta di Giannino rappresenti, comunque, una
novita’ apprezzabile.
Che chi sbaglia debba pagare, in Italia, non lo pensa ormai
piu’ nessuno. Oscar Giannino dimostra con i fatti che invece e’ proprio cosi’
che dovrebbe funzionare.
E’ un vero peccato, pero’. Perche’ credo avesse i numeri per
fare bene in una posizione di responsabilita’ e perche’ reputo, come ho ditto,
il programma e la filosofia di “Fare per fermare il decline” cio’ che in questo
momento storico piu’ si avvicinano alla mia sensibilita’ politica.
Ma tant’e’.
Prima di archiviare la pratica, pero’ vorrei raccontare
qualcosa circa la mia esperienza personale con Oscar Giannino, che ho avuto il
piacere di conoscere nel 2008, quando lui era direttore responsabile di Libero
Mercato e io iniziavo con Alessandro Sallusti la mia avventura a L’Ordine, il
piccolo quotidiano comasco sopravvissuto fino al giugno scorso.
Nei primi travagliati mesi di vita, L’Ordine ospito’
svariati interventi di Giannino, il quale dimostro’ sempre nei confronti del
nostro piccolo e barricadiero giornale grandi disponibilita’ e professionalita’.
Pur essendo gia’ una delle penne economiche piu’ note d’Italia
e, ovviamente, giornalista iper-impegnato, non fece mai , dico mai, un’obiezione
quando chiamato da noi, anche a pomeriggio avanzato, veniva invitato a scrivere
un pezzo su questioni poltico-economiche che potessero interessare il Comasco.
La cosa che mi stupiva, oltre alla sua incondizionata
gentilezza, era che Giannino, pur non vivendo a Como, aveva una cognizione
profonda della nostra realta’, sulla quale declinava agilmente le proprie convinzioni
e conoscenze.
Con una chiarezza e una precisione che in pochi in Italia hanno,
Giannino era in grado, in pochi minuti, di
individuare un problema comasco, metterlo a fuoco e fornire possibili
soluzioni. Esattamente cio’ che da politico mi aspettavo potesse fare con il proprio
movimento.
Il tutto condito da doti umane, credetemi, rarissime nell’ambiente
giornalistico, specie ai livelli in cui si afferma da anni Giannino.
Insomma, il Giannino che ho conosciuto in tempi non sospetti
e’ una delle persone piu’ competenti, universalmente colte e umanamente rassicuranti
che abbia incontrato lungo il mio percorso professionale.
Proprio per questo, e’ giusto che ora si assuma le proprie
responsabilita’ e paghi il suo errore.
Infatti, per il momento, non mi sta deludendo.